Barre antistatiche funzionamento e principali tipologie
L’accumulo di cariche elettrostatiche può essere un notevole problema in diversi settori produttivi, ad esempio quello farmaceutico, alimentare o del packaging, giusto per fare qualche esempio. Per evitare che queste cariche si creino si possono utilizzare appositi dispositivi, detti barre antistatiche o ionizzanti, ma come funzionano e quante tipologie ne esistono?
Prima di entrare nello specifiche introducendo il funzionamento delle barre antistatiche, vediamo brevemente di spiegare perché avviene un accumulo di cariche elettrostatiche e quali problemi queste possono causare ai diversi processi produttivi.
Come evitare accumulo di cariche elettrostatiche
L’accumulo di cariche elettrostatiche si verifica quando ci sono frizioni, compressioni o altre sollecitazioni (comprese variazioni di temperatura o umidità) che portano dei materiali isolanti, come ad esempio la plastica, che in condizioni normali sono elettricamente neutri, a caricarsi elettricamente.
Materiali neutri, in seguito a delle sollecitazioni, come quelle meccaniche di un macchinario che opera a velocità elevate, possono perdere elettroni o protoni e quindi l’equilibrio di cariche positive e negative che hanno invece normalmente.
Questo fenomeno, molto comune nelle aziende che utilizzano linee di produzione altamente automatizzate, può provocare numerosi problemi, come ad esempio rallentamenti o interruzioni dei processi, diminuzione nella qualità dei prodotti finiti, scosse agli operatori della linea di produzione e nei casi più gravi anche incendi ed esplosioni che possono essere innescati da piccole scintille.
Se la carica elettrostatica non viene opportunamente scaricata a terra può portare a piccoli fastidi, ma anche, potenzialmente a pericolosi incidenti con serie conseguenze. Per evitare efficacemente queste problematiche si possono utilizzare dei sistemi ionizzanti: ovvero le citate barre antistatiche.
Barre attive e passive
Ci sono diverse tipologie di barre antistatiche, una prima e fondamentale distinzione va senza dubbio fatta tra quelle attive e passive.
Le barre sono utili a neutralizzare le cariche indesiderate che si possono accumulare su macchinari o prodotti realizzati dagli stessi.
Quelle attive sono generalmente utilizzate nelle macchine che lavorano ad alte velocità materiali che sono poco conduttori. Questa tipologia di dispositivi necessita di un’alimentazione e funziona attraverso un processo di ionizzazione dell’aria, attraverso la creazione di una nuvola di ioni.
Le barre passive, in genere meno utilizzate delle precedenti, sono un conduttore utile a scaricare la carica elettrostatica a terra e possono trovare impiego nelle produzioni che fanno uso di macchinari che operano a velocità piuttosto contenute. Non necessitano di una fonte di alimentazione e funzionano esclusivamente con i materiali che risultano essere più conduttori.
Oltre alle barre ionizzanti esistono in commercio altri dispositivi (semi attivi) che soddisfano esigenze analoghe e possono operare in sinergia, tra questi: soffianti, ugelli, barre circolari o veli ionizzati. Tutte queste soluzioni si basano sul medesimo principio generale della ionizzazione dell’aria nella zona di lavorazione.
Per scegliere i dispositivi più adatti alle specifiche esigenze di ogni linea di produzione e per posizionarli al meglio sarà sempre fondamentale affidarsi alla consulenza di personale esperto. Le barre antistatiche possono risolvere efficacemente il problema dell’accumulo di cariche (e tutto quello che ne può conseguire), ma non vanno certo scelte e posizionate a caso.