Che cosa è la plastica monouso?
È stato annunciato lo stop alla plastica monouso dal 3 luglio 2021 ma, in Italia, l’effetto non sarà immediato. Prima di spiegare che cosa è la plastica monouso, accenniamo a questo stop annunciato a seguito della direttiva europea 904 detta Sup (Single-use plastic products), entrata in vigore proprio il 3 luglio.
Ce ne parla Federico Pucci, titolare di Sistemi & Consulenze, realtà di consulenza che opera nel settore della certificazione aziendale e tecnico specialista in ambito di certificazione dei produttori di materiali a contatto con gli alimenti.
Come ci dice Pucci, in realtà, la direttiva europea è stata adottata 2 anni fa per la lotta all’inquinamento causato dalla dispersione nell’ambiente di oggetti di plastica nell’ambiente (soprattutto nel mare). Nel mondo, un terzo dei rifiuti marini è composto da plastiche monouso.
Nonostante lo stop, la legge di delegazione 53 ha stabilito l’esenzione dei contenitori per alimenti in mancanza di alternative. Dunque, useremo ancora cannucce, piatti, posate e contenitori per il cibo.
Che cosa è la plastica monouso: normativa UE
I prodotti in plastica monouso (SUP), come suggerisce il nome, vengono utilizzati una sola volta o per un breve periodo di tempo, prima di essere gettati. Lo sappiamo tutti che genere di impatto ambientale provocano i rifiuti di plastica e quali sono gli effetti sulla salute.
È un’emergenza mondiale e compromette soprattutto l’ambiente marino a livello globale. Gli impatti sono principalmente a due fattori:
- Comportamentale: è veramente assurdo che si possa pensare di spargere nell’ambiente qualsiasi tipologia di rifiuto, in questo caso plastico. Infatti, oramai, ogni individuo, durante l’alimentazione, ingerisce il quantitativo pari ad una carta di credito, in plastica, ogni settimana. Questi errati comportamenti han seriamente danneggiato l’ecosistema in cui viviamo e messo a dura prova la sopravvivenza di varie specie;
- Produttivo: il processo produttivo di questi materiali è difficilmente rigenerabile e riciclabile, infatti per produrre prodotti monouso, nella catena di produzione, ci dovranno sempre essere materiali vergini. Rendendo inefficiente la catena del riciclo.
Il 70% di tutti i rifiuti marini nell’Unione Europea è costituito dai 10 articoli di plastica monouso rinvenuti sulle spiagge e dagli attrezzi da pesca.
Nell’ambito del Piano d’azione per l’economia circolare e del Green Deal europeo, la direttiva UE sulla plastica monouso entrata in vigore il 2 luglio 2019 punta a ridurre drasticamente il volume e l’impatto di certi prodotti di plastica dispersi nell’ambiente.
Plastica monouso: i 10 articoli disciplinati dalla direttiva UE
La direttiva UE in vigore da 2 luglio 2019 prevede l’applicazione di misure differenti in base ai prodotti su cui intervenire considerando anche le alternative più sostenibili a disposizione. Ecco quali sono i 10 articoli di plastica monouso su cui si focalizza l’UE:
- Posate, piatti, cannucce e agitatori;
- Bastoncini cotonati;
- Contenitori per alimenti;
- Contenitori per bevande;
- Sacchetti di plastica;
- Palloncini e relative aste;
- Pacchetti e involucri;
- Mozziconi di sigaretta;
- Tazze per bevande;
- Salviette umidificate, articoli sanitari.
Alcuni prodotti non potranno essere immessi sui mercati degli Stati UE se saranno disponibili alternative sostenibili: ad esempio posate, piatti, cannucce, tazze, contenitori per alimenti, palloncini e qualsiasi prodotto realizzato in plastica oxo-degradabile.
Per altri tipi di prodotti con minori alternative disponibili, l’UE prevede una limitazione dell’utilizzo, una riduzione dei consumi, l’introduzione di requisiti di progettazione, etichettatura, gestione, rimozione e smaltimento dei rifiuti da parte dei produttori inclusi gli EPR (regimi di responsabilità estesa dei produttori).
Gli Obiettivi dell’UE saranno la soluzione?
L’Unione Europea intende perseguire i seguenti obiettivi riguardo alla plastica monouso:
- raccolta differenziata del 77% per le bottiglie in plastica entro il 2025 ed un incremento al 90% entro il 2029;
- incorporazione del 25% di plastica riciclata nelle bottiglie in PET dal 2025 e del 30% a partire dal 2030.
In linea generale, le norme UE si prefiggono lo scopo di prevenire e ridurre l’impatto di certi prodotti in plastica monouso sull’ambiente (specie quello marino) e sulla salute umana. Il tutto in un’ottica di transizione verso un’economia circolare che prevede materiali e prodotti innovativi e sostenibili, modelli imprenditoriali specifici.
È necessario cambiare abitudini all’uso degli oggetti in plastica: rappresentano il 40% della produzione ed il 61% di tutti i rifiuti in plastica in Europa.
Il 16 gennaio 2018 è stata pubblicata la strategia dell’UE incentrata sulla necessità di una proposta legislativa sulla plastica monouso. La direttiva UE al riguardo è entrata in vigore il 2 luglio 2019.
In data 31 maggio 2021, la Commissione europea ha adottato orientamenti sui prodotti di plastica monouso ed ha preso una decisione di esecuzione in riferimento agli attrezzi da pesca.
Dal 3 luglio 2021 è in vigore il divieto di alcuni prodotti di plastica monouso nonché i requisiti di marcatura.
Plastica monouso: che cosa stanno facendo le aziende?
Ovviamente l’industria di questi prodotti e materiali di plastica monouso, si sta muovendo velocemente, gli studi tecnologici volgono verso l’utilizzo di materiali di scarto provenienti da altre filiere, per esempio i polimeri di mais.
Oltre l’innovazione tecnologica in fatto di materiali rigenerati e o provenienti dal riuso e riciclo, le organizzazioni produttori di plastiche e di materiali a contatto con alimenti e cura della persona, hanno a disposizione vari strumenti per la gestione dei requisiti di settore.
Gli standard di certificazione in questo ambito, infatti, abbracceranno tutte le nuove direttive diramate sia a livello comunitario che a livello mondiale. Di seguito gli standard di certificazione utili per i produttori:
- BRC Packaging: standard privato della GDO anglosassone per i produttori di materiali a contatto con gli alimenti;
- BRC Consumer Product: standard anglosassone nato dalla grande distribuzione organizzata per i produttori di materiali per la cura della persona e della casa;
- IFS Pac Secure: standard privato della GDO tedesca, francese, belga, adottato anche in Italia, per i produttori di materiali a contatto con gli alimenti;
- IFS HPC Household and Personal Care Products: standard tedesco, franco/belga nato dalla grande distribuzione organizzata per i produttori di materiali per la cura della persona e della casa.
Questi standard di certificazione per le aziende produttrici, assieme a tutte le armi messe in campo dai governi internazionali, ed ad una crescita culturale comportamentale nei confronti dell’ambiente, saranno fondamentale nei processi verso la transizione ecologica chi ci vedrà impegnati nel prossimo decennio.