La tutela dei minori in caso di separazione e divorzio: i diritti dei figli secondo la legge italiana

La tutela dei minori in caso di separazione e divorzio: i diritti dei figli secondo la legge italiana

Nel contesto del divorzio, è fondamentale considerare sia gli aspetti emotivi che quelli legali, in modo da garantire il benessere di genitori e figli coinvolti. In questo articolo, esploreremo gli elementi chiave riguardanti la custodia dei figli, l’affidamento condiviso e il sostentamento economico, consultando esperti nel campo come psicologi e avvocati. Verranno prese in considerazione tutte le opzioni per tutelare gli interessi dei figli minori e verranno discussi i diritti che spettano ai minori in caso di separazione e divorzio.

 

Diritto al mantenimento

 

Secondo la legge, il giudice ha il compito di stabilire l’importo e il metodo con cui ciascun genitore deve contribuire al sostentamento dei figli minori (articolo 337 ter comma 2 del codice civile). Come già menzionato, la concessione dell’assegno non dipende necessariamente dalla richiesta di una delle parti, poiché il giudice può provvedervi autonomamente (Sentenza della Corte di Cassazione 3206/2019). Tuttavia, per quanto riguarda gli assegni a favore dei figli maggiorenni, è necessario presentare una richiesta specifica. Il contributo per il mantenimento viene versato al genitore presso cui i figli risiedono prevalentemente, cioè al genitore con il quale i figli vivono principalmente.

 

Diritto alla casa

 

In base al principio del “diritto alla casa”, riconosciuto al figlio di genitori separati o divorziati, il minore ha il diritto di risiedere nella stessa abitazione in cui è cresciuto, indipendentemente dalla proprietà dell’immobile o dal suo status di locazione. La decisione sull’assegnazione della residenza dell’immobile al genitore con cui il minore convive spetta al giudice. Qualora il figlio raggiunga l’età adulta e decida di vivere autonomamente, la proprietà dell’abitazione ritorna al legittimo proprietario e anche il genitore con cui convive attualmente sarà tenuto a lasciare l’immobile.

 

In conformità al principio del “diritto alla bigenitorialità”, ogni minore ha il diritto legale di mantenere significative relazioni con entrambi i genitori e i rispettivi nuclei familiari, compresi zii e nonni. Pertanto, se il giudice stabilisce abitualmente che il figlio risieda con la madre, è responsabilità della madre garantire che il minore continui ad avere incontri regolari con il padre (e anche con i nonni) secondo il calendario stabilito nella sentenza del tribunale.

 

Il genitore che ostacola in modo non collaborativo tali incontri o permette al minore di evitare il contatto con l’altro genitore sarà soggetto a responsabilità personale e potrebbe rischiare la perdita della custodia condivisa e della residenza del minore.

 

La regola dell’affidamento condiviso

 

La premessa fondamentale è che anche se i coniugi presentano una dinamica di coppia disfunzionale, possono comunque dimostrarsi genitori competenti. Ai sensi della normativa vigente, l’affidamento condiviso rappresenta la regola generale per la custodia dei figli, anche nel caso in cui uno dei genitori sia stato dichiarato colpevole dell’addebito e abbia contribuito al fallimento del matrimonio a causa del proprio comportamento negativo. Il principio dell’affidamento condiviso implica l’uguaglianza di diritti e responsabilità tra i genitori, che devono collaborare per prendere decisioni di rilievo sulla vita del minore.

 

In questa situazione, il www.avvocatoticozzi.it si pone come una figura di sostegno fondamentale per coloro che hanno affrontato un divorzio o una separazione. Grazie alla sua esperienza e competenza nel campo legale, egli può guidare l’assistito attraverso tutte le fasi successive alla fine del matrimonio o della convivenza.