L’industria 5.0 fatica a partire: i dati di PMI e delle industria metalmeccaniche

I benefici dell’industria 5.0 in termini di innovazione e automazione stanno coinvolgendo i settori più disparati. La trasformazione digitale ha già mutato radicalmente industria e mercato, ma le potenzialità della quinta rivoluzione industriale rimangono ancora largamente da esplorare.
La situazione generale è pertanto eterogenea, con alcuni ambiti che però faticano a decollare del tutto. È ad esempio il caso dell’industria metalmeccanica e delle PMI in genere, che risentono negativamente di uno scenario economico incerto e di alcune problematiche relative ai piani di incentivi.
Innovazione e industria 5.0: arrancano le PMI
Le PMI sono il cuore pulsante del tessuto industriale italiano e il carico di innovazione portato dall’industria 5.0 rappresenta per esse un’opportunità essenziale. Una completa, e auspicabile, maturità digitale delle PMI italiane è tuttavia ancora distante. Nonostante una progressiva automazione, solo il 54% ha investito in maniera significativa sulle ultime tecnologie digitali.
Diverse le criticità. A mancare sono attualmente soprattutto le figure specializzate in amministrazione IT e la loro assenza si riflette in una scarsa integrazione di informazioni e strumenti disponibili. Queste lacune in competenze digitali hanno condotto il 46% delle PMI italiane a non investire nell’industria 5.0, per una mancata comprensione dei vantaggi o per un’erronea percezione dei costi richiesti.
La ritrosia verso l’innovazione non va però intesa come semplice disinteresse. Oltre alle problematiche relative alle competenze, molte imprese si sono scontrate con criticità di varia natura, tra cui:
- Costi di manutenzione software/hardware eccessivi;
- Difficoltà di accesso a connettività ad alta velocità, fondamentale per l’automazione industriale;
- Scarsità di fondi pubblici per ammortizzare i costi della transizione digitale.
Quest’ultimo aspetto in particolare rappresenta un limite che deve assolutamente essere superato. Da una parte, la farraginosità della burocrazia italiana è un ostacolo oggettivo, accentuato anche dalla difficoltà nel reperire informazioni. D’altro canto, anche le PMI più interessate all’automazione industriale sono a volte restie ad affidarsi a strumenti finanziari innovativi come minibond o crowfunding.
Sullo sfondo, permane una comprensione ancora parziale dell’effettiva portata dell’innovazione dell’industria 5.0. Parte delle PMI si concentra solo sui risvolti positivi in ambito amministrativo o gestionale, ignorando o temendo un’integrazione più profonda nei processi produttivi. Soluzioni come blockchain, AI e data analytics rimangono dunque ancora scarsamente implementate.
Il futuro prossimo suggerisce però un moderato ottimismo: il 61% delle PMI ha già avviato progetti di digitalizzazione, anche supportate da partner esterni specializzati in innovazione tecnologica.
Gli scarsi investimenti nel piano Transizione 5.0 nel settore metalmeccanico
Per quanto riguarda il settore metalmeccanico, tradizionalmente tra i più interessati all’automazione industriale, il 2025 ha fatto registrare dati contrastanti. La crescita dei volumi di produzione è disomogenea, con una certa variabilità dei valori in base al comparto preso in considerazione e alla tipologia di attività produttiva.
Nel primo trimestre 2025 le importazioni hanno invece fatto registrare una crescita percentuale nel complesso positiva. Non è però da escludere una prossima flessione, a causa dell’elevata incertezza provocata dai dazi e da scenari di mercato imprevisti, che potrebbero frenare l’innovazione industriale. Una preoccupazione tutt’altro che marginale, se si considera che Federmeccanica ha condotto un’indagine secondo la quale addirittura l’80% delle imprese intervistate ha paura di conseguenze negative.
Tra gli esiti immediati è prevedibile un rallentamento nell’adozione di pratiche e strumenti di automazione. A questo proposito, il 68% delle industrie coinvolte nel report di Federmeccanica ha dichiarato di non volere usufruire dei piani di transizione 5.0 a causa di una mancata rispondenza alle esigenze aziendali.
L’andamento del settore metalmeccanico impone delle considerazioni complessive sul ruolo dell’industria 5.0 nel mercato. Pur non essendoci alcun dubbio sull’utilità dell’innovazione apportata, la sensazione è che le industrie necessitino di maggiore supporto. Saranno allora decisivi gli sforzi della politica per garantire una maggiore accessibilità a fondi e incentivi, oltre a un potenziamento dei percorsi di formazione di personale specialistico.
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